• Pubblicata il 28/10/2006
• Autore: Nbk

Lo specchio dell'anima - Varese Trasgressiva

Era la mia prima stagione, riviera adriatica, anni ottanta. L’estate che prima di tutte le estati che seguirono ricordo come la più bella, eccitante, avventurosa tutto era nuovo tutto da fare tutto da scoprire.

L’albergo era un ottimo 4 stelle, ancora oggi una rarità nella ns. zona. Seppi solo anni dopo, dal vecchio direttore, che non aveva dormito per settimane dopo aver affidato ad un diciottenne le responsabilità di portiere di notte. 150 stanze 350 persone circa in alta stagione.

Quando prendevo servizio alle dieci circa della sera, gli ospiti scendevano senza fretta dal piano ristorante, a piccoli gruppi si dirigevano verso il bar dove si fermavano, a volte tutta la sera, a bere, giocare e chiaccherare.

Era un’ambiente per me estraneo, a cui a poco a poco mi abituai, almeno esteriormente. In fondo ho sempre pensato di essere una persona fuoriluogo a volte fuoritempo, di avere una diversa percezione delle cose. Il lavoro di notte mi stava a pennello. La notte era, allora, il mio ambiente ideale.

Una delle mie mansioni era la registrazione dei documenti di identità, in certe serate passavano davanti ai miei occhi settanta, ottanta identità; maschi, femmine, mogli, mariti, figli, figlie, madri, nonne, amiche, amici, tutti i gradi di parentela tutte le fisionomie, tutte le età.

Direi una menzogna ora scrivendo che la notai già quando vidi il suo passaporto. Non fu così, non conosco ancora oggi il suo nome…era francese.

Ricordo che era in villeggiatura nel ns. albergo con la sua famiglia, madre, padre e fratello e che per dodici giorni circa non la vidi quasi. Giovedì sera ci incontrammo, si incontrarono i ns. occhi. Con i genitori ritirò la chiave della camera che occupavano, e per un momento incrociammo la cosa che avevamo di più in comune, il ns. sguardo.

Le diedi la buona notte, che ricambiò con un tono caldo e paradossalmente familiare.

Era una ragazza carina, con lineamenti nordeuropei, vestiva in maniera semplice con un gusto particolare degli accostamenti che i francesi, sembra, coltivino. La trovai empaticamente attraente.

Il mattino dopo, smontato dal lavoro, mi recai in spiaggia. Di fronte l’hotel si trovava lo stabilimento balneare riservato agli ospiti, alla sua destra la spiaggia libera.

La intravidi da lontano sotto l’ombrellone, non amava il sole, la sua pelle era ancora chiara, naturale.

Stesi un’asciugamano sulla sabbia, mi sdraiai a leggere, quando mi vide si alzò e lentamente mi raggiunse, si sdraiò sulla sabbia accanto a me, con naturale tranquillità. Con la sigaretta in mano cercava di accendere…. Il mio pessimo francese ci fece ridere..poi i minuti passarono in silenzio.

La presi per mano e la invitai ad entrare in acqua con me, mi sorrise e mi seguì. L’acqua era fredda quall’anno, anche in agosto, per riscaldarci nuotammo arrivando a ridosso delle scogliere.

Era candida nel sole, i capelli castano chiari tirati all’indietro , gli occhi verdi. Piccoli brividi la scuotevano mentre, semplicemente ci guardavamo negli occhi. Il suo costume intero rosso amaranto faceva trasparire le sue forme. L’abbracciai e sentii il suo corpo rilassarsi, abbandonarsi, come dopo una lunga fatica. Trovai le sue labbra e ci baciammo a lungo quasi stupiti di una intimità naturale e spontanea .

L’accarezzai lentamente, con dolcezza, mi spinse a toccare il suo seno a scoprirlo, lo baciai, si girò e spinse le sue spalle, la sua schiena i glutei contro di me. Accarezzandola, le scoprii il seno, il sesso, entrai in lei lentamente….languidamente, come se fosse già mia da tanto tempo. Fu breve, intenso, emozionante, le piccole onde della risacca ci colpivano dando un ritmo al ns. amplesso. L’orgasmo ci colpì , come un’onda….più forte delle altre, ci eravamo uniti di fronte all’intera spiaggia.
Ma non eravamo sazi… ci rifugiammo nella depandance dell’hotel, negli alloggi del personale, nella mia camera…dove passammo le ultime ore del mattino e tutto il pomeriggio tra le lenzuola, dormendo, accarezzando, baciando, leccando succhiando e viviendo tutto avidamente. Uscimmo solo al tramonto…imbevuti di tenerezza, complicità, sesso….amore.

Ci baciammo l’ultima volta quella sera, l’indomani mattina era partita…. Non la rividi mai più…non ricordo più il suo nome…. ma penso di ricordare, come fosse, ora davanti a me, il suo viso, i suoi occhi e… di riconoscervi quello che forse lei ha visto…nei miei.

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